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IL SERVIZIO DEVOZIONALE ALLA SCUOLA DELLA VITA

  • Immagine del redattore: B.
    B.
  • 10 dic 2023
  • Tempo di lettura: 10 min

Aggiornamento: 5 giu 2024

LO SCAMBIO AUTENTICO E FONDAMENTALE

IN GRADO DI RIVELARE IL VERO ALLIEVO

AL VERO MAESTRO E VICEVERSA


maestro insegna all'allievo il karate

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Nel cuore di un significativo percorso evolutivo si cela un antico insegnamento prezioso e spesso sottovalutato: "il servizio devozionale".

Questa antica pratica di stampo orientale, e spesso misconosciuta in occidente, a differenza di altre, è e resta il cuore pulsante per uno scambio autentico in grado di rivelare il "vero allievo al vero Maestro e viceversa" all’interno di un qualsivoglia sodalizio destinato ad un proficuo cammino di crescita e sviluppo.

In questa danza reciproca dal principale "indiretto apprendimento esperienziale", come osserveremo in questo articolo, il Maestro, in modo sottile, nondimeno anche a tratti provocatorio, guida l'allievo attraverso compiti che, a prima vista, possono sembrare estranei al percorso ma si rivelano in realtà gemme preziose nel tessuto della crescita personale fino a divenire puro nutrimento per l’anima dell’allievo.


PREMESSA

La pratica del "servizio devozionale" è antica e origina da dimensioni culturali molto lontane da quella occidentale dei giorni nostri.

Pertanto, al fine di rendere la tematica in oggetto meglio comprensibile e fruibile dalle diverse sensibilità che si affacceranno curiose a questo particolare articolo, si consiglia vivamente una preventiva consultazione degli articoli precedenti inerenti l’utilità del BDSM come strumento di crescita personale, mentre invece di seguito si allega direttamente uno stralcio dell’articolo intitolato “LE TRE M. DELLA MULTIDIMENSIONALITÀ DELL’ESSERE”, come necessaria premessa introduttiva.


<< In termini generali la "dimensione dell’Essere" di un individuo, lungo tutto il percorso di apprendimento verso una sempre maggiore consapevolezza di sé, non è una e una soltanto, tanto quanto i percorsi utili e funzionali alla sua graduale rivelazione.

Allo stesso modo, concentrandoci ora sulla più esplicativa figura fondamentale, ampia metafora a più livelli di ogni buona voce guida (anche interiore), e punto di partenza ed arrivo di ogni evoluzione anche quindi di tipo "dimensionale", quella di un Maestro autentico… con la M maiuscola s’intende, non viene difficile immaginare che anch'egli non sia uno e uno soltanto nel suo agire a favore della crescita dell’allievo nonché del percepito di realtà dello stesso, il più delle volte in dinamico divenire e quindi sempre in cerca di risposte sui diversi piani dell’Essere.

Il Maestro autentico è fluido, consapevole, potendo per questo mutare la sua forma espressivo-comunicativa ed il suo approccio istruttivo al fine di accogliere al meglio e sfruttare ogni possibile via di accesso suggerita in primis dall’allievo stesso così come ogni varco utile all’ottenimento della sua migliore alleanza, attivazione, stimolazione, motivazione, comprensione, progressione ed evoluzione.


Per comprendere tutto questo occorre uscire dall’aia, e andare ovviamente ben oltre l'immagine iconica di chi, in saio o vesti similari, impartisce la somma verità e conoscenza da un pulpito, un colle o da dentro un tempio, come anche ben oltre le vecchie rigide nomenclature e concezioni ormai arcaiche, anacronistiche, in disuso, nostalgiche di un’era e di una società e cultura, soprattutto se di stampo occidentale, che nella realtà attuale ormai non esistono più, tranne che per qualche sporadica e poco più che suggestiva eco e per buona pace del "gran bazar" che non dice mai di no a nessuno.

Ma detto questo, ecco quindi che, come un padre amorevole, impegnato nell’atto di comunicare al meglio, prenderà il figlio ancora piccolo direttamente in braccio sulle sue gambe, sedendogli poi a fianco una volta raggiunta l’età adolescente, fino a quando, con suo figlio oramai divenuto adulto, disquisirà magari in piedi con in mano un calice di vino, diversificando in modo tanto utile quanto necessario la sua forma espressivo-comunicativa, senza per questo modificare la sostanza affettiva, tantomeno la sua funzione educativa di padre e saggia guida, allo stesso modo il Maestro autentico modificherà la sua forma espressivo-comunicativa e di approccio istruttivo a favore del suo allievo, tramite canali e strumenti facilitatori, mediatori della relazione, anche multipli e integrati fra loro all’occorrenza.


Questo tipo di Maestro autentico, in grado di procedere "di cuore e d’istinto" oltre le limitate forme preconcette, è raro quanto prezioso, sacro, non si rivela a chiunque, occorre averlo ben presente.

Trascendere le vie dell’ego, del conformismo, del bisogno, della paura per portarsi a cogliere l’oltre di se stessi come dell’altro, e poterlo trasmettere in purezza di scopo, è un viaggio non da tutti.

Oltre quindi i più classici e rigidi cliché e "suggestivi millantamenti" di sorta onnipresenti nel "gran bazar" appunto, nel concetto più generale, alto e soprattutto attuale, come nell’esempio del padre di poco fa, il Maestro autentico di cui si parla dovrebbe risultare pertanto, nella buona sostanza, l'incarnazione stessa de "le 3 M. della Multidimensionalità dell'Essere" e via via quindi, per l'allievo, un viaggio di luce teso verso un faro multiforme, multidimensionale appunto, indifferentemente di terza, quarta e quinta dimensione di realtà.


Tradotto tutto questo su di un piano concreto e di semplice attuale realtà di stampo occidentale, una saggia guida dovrebbe sempre e comunque poter esprimere, manifestare e risuonare nell’altrui percepito come un Maestro autentico nello spirito, un sapiente Mentore nella mente, un autorevole Master nel corpo-materia …che dir si voglia, e senza distinzioni di sorta ed in grado, tramite la sua effettiva elevazione a tutto tondo ed il suo particolare ascendente sull’adepto, allievo o devoto sottomesso slave …che dir si voglia, di illuminarlo e risvegliarlo, istruirlo ed educarlo, plasmarlo ed addestrarlo …che dir si voglia, equamente, a seconda semplicemente delle caratteristiche proprie del soggetto a lui rivoltosi con autentico bisogno in aperto e sincero ascolto, come dei diversi focus di crescita, momenti di percorso e dei diversi livelli evolutivi e "dimensionali" posti in essere (quinta dimensione spirito, quarta dimensione mente, terza dimensione corpo-materia); mostrandogli, con strumenti diversificati, studiati ad hoc, e quindi certo sempre adeguati, via via la moltitudine e l’uno di ogni cosa contenuti nelle differenti realtà percettive e multidimensionali dell’essere in continuo divenire, tramite la luce della profonda consapevolezza, della autentica conoscenza, della ricerca del limite e della risorsa e la giusta via per comprenderli ed integrarli al meglio, puntando a liberarlo infine e in ogni senso dalle gabbie del buio (dimensione percettiva dello spirito), della confusione (dimensione percettiva della mente) e della sofferenza (dimensione percettiva del corpo-materia) …che dir si voglia e senza alcuna altrimenti limitante preclusione di sorta.


Le vie dell’anima sono infinite, il Maestro autentico non può certo sapere quando, dove e come qualcuna di esse busserà alla sua porta, ma grazie ad un approccio Multifunzionale e Multidimensionale integrato può farsi trovare pronto ad accoglierla nel miglior modo possibile, potendo iniziare dal suo principio.


Per desiderio di completezza, va anche considerato in ultimo che "Maestro e allievo" devono trovarsi, piacersi e sapersi scegliere in piena fiducia e sintonia di intenti, un sodalizio affatto scontato.

Ogni guida autentica, Maestro-Mentore-Master che dir si voglia, possiede una sua radice culturale, una sua energia di base ed un suo personale stile caratteristico e una sua principale competenza e talento. La scelta istruttiva di una gestione dinamica, eclettica, pluralistica e integrata e quindi anche multidimensionale non è da tutti né per tutti, richiede una visione ampia, creativa, di particolare elevatura, sensibilità, personalità ed esperienza e un allievo in grado di comprendere la complessità di fondo della proposta, per questo niente paura, vi sono infinite possibilità di sodalizio tra "Maestro ed allievo", un modello aperto, ampio, integrato non è pertanto l’unica via possibile, "il fine giustifica i mezzi" e i mezzi sono una cosa ed il fine un’altra.

La qualità di un "ancor giovane" Maestro autentico e del suo efficace lavoro istruttivo ed evolutivo, sebbene quindi ancora limitata ad offrire un percorso magari più circoscritto, parziale e specifico, la determina sempre e comunque, solo e soltanto lo scopo, la reale ed effettiva crescita consapevole del suo allievo, null’altro. >>



Data la necessaria premessa, è ora possibile addentrarsi senza indugio nel cuore pulsante e proprio di questo articolo, con la certezza di poter raggiungere le differenti sensibilità, certo ora più pronte ad accoglierne compiutamente l’essenza.


Grazie alla antica ma ancora molto significativa pratica del "servizio devozionale al Maestro", l’adepto, allievo, devoto slave, comunque la si voglia approcciare, interpretare, vedere e percorrere, inizia a percepire il suo "Maestro, Mentore, Master" non solo come nutriente riferimento contenitivo ma come fonte di luce, ispirazione, adorazione ed indiscussa crescita personale, a cui volersi dare in modo sempre più totalizzante, appartenendogli infine, nella buona sostanza, dal e nel profondo.


Tralasciando in questa sede, atta ad offrire ancora solo generali spunti di riflessione, le più approfondite e complesse "sacre scritture" inerenti l’utilizzo di tale antica pratica del servizio devozionale secondo le diverse discipline di stampo orientale, come si può invece vedere più semplicemente nel famoso film di ormai qualche anno fa "The Karate Kid", il saggio Maestro Miyagi sa andare oltre, adattando il suo insegnamento alla realtà del momento, imponendo compiti al proprio allievo all’apparenza molto distanti dall’insegnamento principale, quello del Karate.

Sebbene il Maestro Miyagi potrebbe servirsi di soluzioni più comode e adatte allo scopo per ottenere una cancellata dipinta o una macchina incerata, si impegna comunque nell’affidare tali sue ipotetiche personali necessità in forma di compiti devozionali a Daniel San suo neo allievo, non perché appunto ne abbia realmente una necessità, ma come in primis un atto di consapevolezza richiesto al giovane. Il ragazzo si ritroverà via via coinvolto in attività che sembrano sempre più estranee al percorso di apprendimento desiderato, benché comunque in piena sintonia funzionale rispetto alle sue caratteristiche e reali possibilità di partenza, impegnando tuttavia per questo non poco il suo Maestro fino alla piena comprensione del suo messaggio autentico e dell’effettiva constatazione del suo alto insegnamento, della sua celata grandezza e magia lucente, del suo essere prezioso e raro, puro e "sacro", trovando infine la sincera e profonda gratitudine per il suo Maestro, tappa fondamentale di ogni reale processo di autentica maturazione.


Proprio in questa intensa dinamica in divenire si cela il segreto della pratica del servizio devozionale: ogni compito, ogni prova, è in realtà un tassello essenziale nel mosaico dell’insegnamento del Maestro.

Qui inizia una danza fra saggezza e umiltà, esperienza e apprendimento, presenza, contenimento e visione di scopo e dono di sé in purezza, spogliati di ogni fittizia certezza e oltre le vie dell’ego, ricerca di perfezione e cura di ogni singolo gesto il tutto quale strumento facilitatore verso la piena consapevolezza fisica, mentale, spirituale del praticante e verso una sempre più sacrale dimensione meditativa costante e profonda, dove l’Uno inizia a mostrarsi, il senso e lo scopo a delinearsi, l’unione tra le parti a rafforzarsi.

In questa magica danza, il Maestro si offre sempre più come generosa guida nelle esperienze che vuole che l'allievo attraversi, comprenda, anche se potrebbe perseguire lo stesso risultato con passaggi certo meno complessi e laboriosi, meno alti e quindi meno impegnativi, in primis per se stesso, mentre l’allievo si mette a completa disposizione nell’offrirsi al Maestro attraverso l’esecuzione dei compiti richiesti, crescendo ad ogni passo.

Un modello di apprendimento questo a tutto tondo, non semplice da capire ed accettare soprattutto per i "figli d’occidente" resi dal sistema sempre meno inclini all’ascolto autentico, poco umili e grati, quanto per questo sempre più divisi, fragili, irretiti e soli nel profondo, orfani di un ormai troppo lontano e pressoché dimenticato periodo dei grandi Maestri dell’antica Grecia o quelli del rinascimento.

Un modello di apprendimento questo a tutto tondo che si può rintracciare ancora nella cultura orientale e, a tratti, in occidente grazie alle più alte e ricercate sfumature della cultura BDSM.

Un modello di apprendimento questo a tutto tondo, realmente partecipato, attento, presente, viscerale, totalizzante, invasivo, profondamente interessato al processo di risveglio, cambiamento e crescita altrui interno quanto esterno, concreto quanto spirituale, e di reale appartenenza e condivisione, sovente per questo attuato in modo continuativo e in forma residenziale presso la dimora del Maestro.

Un modello di apprendimento questo a tutto tondo che ha poco a che fare con quelli più classici e omologati a cui la decadente società occidentale moderna ha ormai abituato, indebolendo per questo ogni individualità nell’illusione di affermarla, separandola dalla luce, dalla possibilità di ricevere una autentica scuola e via maestra a cui appartenere per la sua evoluzione, e dove può e deve bastare appunto affermarsi come un efficiente replicante di presunti saperi esterni dedicati alla gestione del "gran bazar", e dove "tutto il resto è noia".


Il Maestro autentico è per così dire colui che "non ti procura il pesce ma ti insegna a pescare", è colui che "non ti somministra la cura ma ti insegna a non ammalarti".

Anche per questo ogni compito devozionale imposto dal Maestro autentico, diventa pertanto una vera e propria arena in cui l’allievo, mentre esegue compiti apparentemente comuni e appunto solo in parte con finalità materiali, può iniziare in realtà ad ascoltarsi, sentirsi, cercarsi, comprendersi e sperimentarsi in modo autentico, profondo, allineando abilità e qualità cruciali al proprio percorso complessivo di crescita ed evoluzione a tutto tondo, esteriore quanto interiore.

La semplice pittura della cancellata, per Daniel San, diventa un viaggio di auto-scoperta, un'opportunità per l'allievo di affinare competenze interne ed esterne e superare limiti autoimposti, di scoprire una visione più alta ed alternativa della realtà, mai banale e fine a se stessa, la medesima filtrata, tradotta, epurata e quindi suggerita appositamente ed intenzionalmente nei modi e tempi più adatti dal Maestro.


Difatti, nei compiti richiesti dal Maestro autentico, e solo apparentemente a suo favore, si celano in realtà competenze nascoste.

L’allievo, seguito dall’occhio attento e vigile del Maestro, inizia a sperimentare la sua potenza interiore, scoprendo talenti e risorse che nemmeno sapeva di possedere. Il Maestro, con saggezza, ha orchestrato un balletto in cui ogni passo è un'opportunità di caduta, risalita e crescita autentica.

Nel servizio devozionale quel che potrebbe sembrare anche un compito banale diventa un terreno fertile per il germogliare di abilità che potranno essere applicate in situazioni più ampie e complesse della vita. La pittura della cancellata, nell’esempio di “Karate Kid”, è per Daniel San solo un primo passo verso la comprensione più profonda del proprio potenziale.


Mentre l'allievo serve devozionalmente il Maestro, entrambi traggono nutrimento spirituale da questo scambio. La relazione diventa funzionalmente e virtuosamente simbiotica, un fluire continuo e reciproco di energia e saggezza, fatica e traguardo.

Il Maestro, a sua volta, offre lezioni sempre più ampie e profonde durante questo processo, rivelando il vero significato dell’insegnamento attraverso la reale crescita del suo allievo.

Per un autentico Maestro, tanto basta.


Il servizio devozionale diventa un atto di ricerca ed autenticità.

Il Maestro mette a disposizione esperienze che non richiedono di massima il suo diretto intervento ma, piuttosto, sfida l'allievo a superare se stesso.

Ogni compito, apparentemente a favore del Maestro, si rivela un percorso segreto di auto-scoperta e crescita per l’allievo. Si può dire quindi che il servizio devozionale riveli il cuore della connessione tra Maestro ed allievo. Ogni compito diventa una danza sincera, una sinfonia di apprendimento in cui il Maestro offre non solo lezioni pratiche ma anche l'opportunità per l'allievo di crescere, superare sfide, timori, limiti, blocchi e false credenze e scoprire la propria natura più talentuosa e la propria forza interiore. Nel tessere questa trama di servizio e apprendimento, il Maestro diventa il catalizzatore di una crescita profonda e duratura per l’anima dell’allievo.


In buona sintesi finale, il servizio devozionale si rivela lo strumento principe per uno scambio autentico e fondamentale e di apprendimento e nutrimento a tutti i livelli di coscienza ed evoluzione, rivelando al contempo il vero allievo al vero Maestro e viceversa

Attraverso compiti apparentemente ordinari, l'allievo si addentra nel mondo delle competenze nascoste e dell'auto-scoperta. Il Maestro, a sua volta, trova nel servizio devozionale un canale idoneo per condividere insegnamenti sempre più profondi, realizzando una parte fondamentale della sua essenza e mission più autentica e naturale.

Nel danzare tra prove, compiti e lezioni, l'allievo scopre che il vero Maestro è colui che guida "di cuore e d’istinto" non solo con le pratiche e le parole ma anche con gli atti e la effettiva presenza, rendendo ogni singolo momento della vita un'opportunità di apprendimento e crescita, senza mai mollare la presa dell’insegnamento, nemmeno nei momenti più destrutturati, faticosi e anche dove talvolta a suo discapito ma purché sempre a favore dell’apprendimento del suo vero allievo, ovvero colui che dimostra passo passo di voler aderire, mettersi in gioco, donarsi devozionalmente in sincera e umile gratitudine, e di volere appartenere per cambiare davvero, crescere, esserci con tutto se stesso.

 
 
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