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TESTIMONIANZE IN RACCONTO... PER CONDIVIDERE L'ESSENZA

  • Immagine del redattore: G.
    G.
  • 28 dic 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 5 giu 2024

UNA GOCCIA DENTRO L'OCEANO

donna sott'acqua con vestito rosso come una goccia nel mare

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Mi chiamo Giada, ho 22 anni.

Quando ripenso al cammino che ho percorso per arrivare sin qui, ancora stento a crederci.

Fino a qualche tempo fa, la vita da me conosciuta sembrava tutt’altro che un dono, e in diversi momenti, appariva più come un sadico dispetto, un puzzle privo dei giusti pezzi, dove niente andava come avrebbe dovuto, e io ero ormai una barca alla deriva con vele strappate in balia della bonaccia, preda di un profondo senso di delusione, smarrimento e sconforto ad oltranza.


Quel giorno, il giorno che ricorderò per tutta la vita, quello della mia rinascita, si presentava come l’ennesimo teatro di monotone recite sociali, qualche sterile applauso di finta meraviglia del bolso e sudaticcio pubblico in sala, ma alla resa senza mai gran senso, e con nessuna speranza di raggiungere Broadway all’orizzonte.

Il cielo grigio e fermo di Gennaio rifletteva il mio stato d’animo, privo oramai di alcuna luce e ragion d’essere ma, nonostante le apparenze, qualcosa nell'aria prometteva un cambio di scena imminente, un’improvviso vento salmastro sembrava voler annunciare una svolta.


Premetto che qualche giorno prima, curiosando in internet presso una bacheca di annunci personali, ero rimasta colpita da uno di questi in particolare.

Era l’annuncio piuttosto originale e non troppo esplicito di un probabile Master per la precisione, ed essendo stata sempre attratta e incuriosita dalla cultura BDSM, cercando forse una via di uscita o solo un pò di distrazione come àncora di salvezza che potesse tenermi lontana dalla voragine depressiva in cui stavo precipitando, una volta tanto, data l’originalità della proposta, mi ero fatta coraggio e a quell’annuncio avevo voluto dare una risposta. La risposa in questione appariva tuttavia più come uno scomposto s.o.s. senza grandi aspettative di riscontro: “Buongiorno Signore, sono una goccia in cerca del suo Oceano. Spero tanto di sentirla.”


Tornando quindi al giorno fatale, l’orologio batteva le 11:26 e guardando come da consuetudine la mia posta elettronica notai di aver ricevuto risposta dall’ipotetico Master in questione. Un semplice e secco “Buongiorno goccia” in oggetto, e un ancora più semplice e secco “Inizia dal principio, presentati all’Oceano” nello spazio di testo.


Un tonfo al cuore mi raggiunse impetuoso, poi una stretta alla bocca dello stomaco, mi dovetti sedere per rileggere con attenzione quelle semplici e poche parole ma che, non so, sapevano raggiungermi già con tutta l’energia degli abissi.


Risposi nel più breve tempo possibile, scrivendo una mia schematica ma accurata descrizione con la dovuta dedizione che si conviene in questi casi, inviando la mia risposta solo qualche minuto più tardi benché lungo come un secolo e con tutto il cuore in gola del mondo.


Iniziammo da quel momento un costante scambio di e.mail volto ad approfondire la reciproca conoscenza. Il mondo zombie fuori dalla mia casella di posta elettronica si era pressoché dissolto, avevo appena incontrato Lui, non scherzo, davvero l’Oceano e tanto sarebbe bastato a farmi accettare con la serenità di un monaco buddhista anche la terza guerra mondiale appena fuori dalla porta di casa.

Già dalle prime battute, il battezzato da me a quel tempo Sig. Oceano, suonava diverso da tutti gli altri, sì, gli altri di ogni tipo e forma possibile, tutti gli altri dell’intero cosmo intendo.

Percepivo via via nel suo essere qualcosa di unico, infinito, un’anima liberata, luminosa, accesa, autorevole, saggia, profonda, in grado già di portarmi ovunque avesse voluto, con il potere fatato di modificare la mia intera esistenza con un solo schiocco di dita, di fondermi e definirmi con l’abilità di un maestro vetraio, di scovarmi, vedermi, raggiungermi ovunque come la tempesta e come la carezza di un Oceano sulla sua scogliera. Affinità totale, qualcosa dal sapore ancestrale.


I giorni passavano al ritmo frenetico del mio cuore in gola mai più sceso da lì, e questa conoscenza era ormai divenuta le prima ed unica conoscenza degna di questo nome. Una conoscenza sempre più autentica e reale, profonda e integerrima e in primis di me stessa e poi di Lui, in grado di raccontarsi al meglio e senza mai nemmeno provarci a raccontarsi, facendolo nel modo più magico, entrando in ogni mia cellula, solcandomi in ogni dove e scorrendomi dentro, raccontandomi come nessuno mai prima d’ora e come mai io stessa avrei saputo raccontarmi, in questo modo raccontava Lui, raccontava se stesso, il suo infinito possibile.

Per l’Oceano ormai non avevo più segreti, ero fluida come acqua, pura come acqua, acqua come acqua, ero divenuta io stessa parte indissolubile di quella feconda immensità.

Appartenevo oramai irrimediabilmente a quel tutto, appartenevo finalmente a me stessa, avevo un faro, una guida, un cielo per cui vivere a testa in su, una nudità autentica in cui sperare di esistere, una casa per cui essere, per cui ed in cui ri-nascere ad ogni alba.


Nonostante la mia smania di procedere alle fasi successive di conoscenza, l’Oceano sembrava non aver fretta di forzare alcun passaggio, anche in questo era unico e sapiente, sembrava volermi dare il tempo di comprendere appieno e senza abbagli la forza e integrità del suo messaggio, della sua essenza, e quanto gli appartenessi già senza se e senza ma, pronta ormai a crescere e risplendere di Lui con Lui in ogni dove e in ogni sempre.

Sembrava volermi dare il tempo di comprendere quello che nel mio intimo avevo ormai già ben compreso, e forse cercato e saputo da sempre.

Nel tempo di un attimo eterno, tutto andò infine dove e come doveva esattamente andare, la goccia poté infine ricongiungersi al suo Oceano, diventandolo anch’essa ieri, oggi, domani.

Ringrazio ancora quell’inconsapevole giorno dove, ribellandomi alla fine, iniziai a cercare un nuovo inizio.

 
 
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